I villaggi


Durante il mio viaggio ho avuto la possibilità di visitare alcuni villaggi e vedere come vive veramente questo popolo.

I villaggi da me visitati e che usufruiscono degli aiuti dei missionari sono composti da 7/8 di capanne e nelle mie visite ho potuto notare soprattutto la presenza di donne e bambini, gli uomini sono in giro a cercar fortuna o a fare qualche piccolo lavoro di fatica.

Nei villaggi, eccetto rarissimi casi, non c’è l’energia elettrica e neanche l’acqua che deve essere andata a prendere ogni giorno da donne e bambini a diversi chilometri di distanza con taniche e bottiglie che sono portate in testa.

L’acqua, fonte di vita e di igiene, viene presa da pozzi realizzati grazie ad associazioni umanitarie o religiose o dallo stesso stato mozambicano, a volte però sono scavati non molto in profondità e l’acqua risulta dunque sporca e maleodorante (sempre meglio che morire di sete), e pensare che il sottosuolo è ricchissimo d’acqua buonissima che ho bevuto per ben 20 giorni senza alcun problema (il pozzo era bello profondo!).

Purtroppo per scavare un buon pozzo ci vogliono circa 10.000 euro e considerato che lo stipendio medio di un mozambicano che lavora è di 50 euro ci si rende conto di come sia difficile avere un pozzo d’acqua nel proprio villaggio se non con gli aiuti economici.

Nei villaggi il lavoro duro è svolto dalle donne, sono queste che pensano ai figli che fino all’età di due anni circa vengono tenuti sempre a schiena. Legati alla madre con drappi di tessuti colorati, i bimbi restano incollati alla propria mamma per tutta la giornata anche mentre zappa la terra, va a prendere l’acqua o fa altri lavori di fatica.

Personalmente non ho mai visto i bambini piccoli piangere o lamentarsi, probabilmente stando così vicini alla
loro madre si sentono sempre protetti, ovviamente qui i capricci non esistono!

A pensarci bene anche i bambini più grandi sono sempre allegri e sorridenti ed a vederli si rimane confusi, disorientati ed un po’ inebetiti. Ma come è possibile? Loro non hanno proprio niente, giocano con la terra, mangiano quando riescono, hanno una situazione sanitaria al limite della sopravvivenza e sono felici, allegri, sorridenti, cantano e ballano in continuazione; noi abbiamo tutto, mangiamo quanto e cosa vogliamo, compriamo di tutto circondandoci di oggetti inutili per sentirci meno soli, abbiamo tecnologia e benessere e
siamo sempre incazzati per qualcosa, o preoccupati o pensierosi!

Mah……………

Nei villaggi molto lontani dalle scuole si possono trovare anche degli insegnanti che vanno direttamente nel villaggio ad insegnare ai più piccoli le basi della lingua.

E’ facile dunque trovare un’insegnante che fa scuola sotto un grande albero con una grossa lavagna ed un mucchietto di bambini che seguono la lezione. Il tutto ovviamente grazie all’impegno di organizzazioni umanitarie e religiose che hanno compreso che l’istruzione, al pari dell’igiene e dell’acqua, è uno dei fulcri su cui fare leva per migliorare le condizioni di vita di questa popolazione.

(Stefano Mongilello)