Su ali d’aquila...Sotto un altro cielo.
L’esperienza del Noviziato Internazionale.
Mi chiamo Fabio Cappello, sono seminarista della Sacra Famiglia dal 2002; con questo articolo voglio condividere con voi, cari amici della Sacra Famiglia, una tappa molto importante del nostro cammino formativo che mi tocca personalmente: l’esperienza del Noviziato Internazionale.
Mi trovo attualmente in Mozambico, nella missione di Marracuene in provincia di Maputo, dove vivono e lavorano alcuni Padri della nostra Congregazione. É proprio questa terra africana, lontano da Martinengo e dall’Italia, e questa missione particolare di Marracuene che, la Congregazione, attraverso il suo Consiglio, ha scelto come luogo adatto e privilegiato per costituire la casa del Noviziato Internazionale. Internazionale sì, proprio perché si vuole sensibilizzare il candidato alla vita religiosa verso una apertura missionaria che in questi ultimi anni ha preso piede nella nostra Famiglia Religiosa grazie alle missioni che sia in Mozambico che in Brasile stanno incontrando un progressivo e notevole sviluppo nel campo educativo e pastorale. Dunque è in questa terra che da quest’anno tutti i novizi della nostra Congregazione vivranno questa forte esperienza formativa, necessaria per consacrarsi al Signore con la Prima Professione Religiosa dopo un anno di intenso cammino. A partire dal 23 Gennaio di quest’anno, festa della nostra Fondatrice e giorno del mio ingresso ufficiale in Noviziato, ho 12 mesi a disposizione per prepararmi alla prossima consacrazione religiosa.
Ci sono molti modi per descrivere il Noviziato, ma mi piace cominciare con le parole della nostra Fondatrice. Per lei “il Noviziato é un tempo in cui ci si prepara per arrivare alla piena conoscenza del mistero di amore del Padre rivelatosi in Gesù, esso porta all’amore del Signore, necessario ad una scelta consapevole, libera, gioiosa di Lui.” Sí, diciamo che é un tempo di fidanzamento, per conoscere intimamente Gesú, per poterlo poi scegliere come il tutto della propria esistenza. É il tempo di rimanere presso di Lui, come i due discepoli del Battista che lo seguirono (Gv 1,39), per poi rimanere in Lui come il tralcio nella vite (Gv 15,1-11). Ma é necessario affrontare la prova del deserto, cioé del silenzio, della preghiera, dell’ essenzialitá e sobrietá di vita, per riscoprire l’unico centro della vita del religioso Sacra Famiglia che é Gesú Cristo povero, casto e obbediente. Così come si scava un pozzo per trovare l’acqua, il novizio deve scavare dentro se stesso per far scaturire il dono della sua vocazione. Sostanzialente il Noviziato é un battesimo non dal punto di vista sacramentale, ma visto simbolicamente come un passaggio, che dura un anno, ma che richiama il battesimo di Gesú al Giordano: “uscito dall’acqua si udí una voce dal cielo che disse: Tu sei il mio Figlio, l’amato, e in te mi sono compiaciuto”. Il segreto per vivere questa esperienza di fede é ascoltare e confidare in quella Voce che ti chiama Figlio, e da lì sarà possibile dire con Maria: “Eccomi Padre, sono il tuo servo, si compia in me la tua volontà.” Il Noviziato é dunque l’esercizio del vivere quotidiano sotto lo sguardo del Padre, proprio come Gesù ha fatto per trent’anni a Nazaret prima del suo battesimo e prima di cominciare la sua missione; come tutti gli esercizi richiede sforzo, volontá e docilitá in questo caso a lasciarsi plasmare come argilla fra le mani del vasaio. In questo cammino sono perciò accompagnato dal mio Padre Maestro Gianmarco Paris, Rettore di questa casa di formazione e Superiore Locale della comunità missionaria. Egli, come angelo accompagnatore, con il suo esempio, la sua umanitá e la sua paziente opera di cesellatura sará, come amava dire la Fondatrice “canale dal quale sarà trasfuso lo spirito dell’Istituto.” Di fronte a questa dono che la Congregazione mi ha offerto, voglio ringraziare il Signore perché questa é un’ opportunità unica e speciale per conoscerlo sempre di più in un contesto di vita sobrio e affascinante come é la missione di Marracuene, e sopratutto posso sperimantare la grazia di sentirmi parte della “Sacra Famiglia” in questo tempo di maturazione e di conoscenza profonda del carisma di Congregazione. Sono arrivato in Mozambico il giorno del mio compleanno: il 25 Settembre dell’anno scorso e, fortunatamente, prima di cominciare il Noviziato ho avuto quattro mesi per affrontare l’impatto forte del trasferimento da una terra, dove si é vissuti per 30 anni vicino ai propri cari, a una terra totalmente nuova, di diversa cultura, razza e lingua. In questo tempo preparatorio ho potuto guardarmi intorno, da straniero far conoscenza con questo popolo, sentendomi chiamare “mulungu” che nel dialetto locale significa “uomo bianco”. Pian piano ho cominciato a mettermi in gioco con le mie capacitá per interagire con i ragazzi e i bambini della missione, conoscere la mia nuova comunitá di padri e seminaristi dai quali sono stato accolto benissimo, e svolgere vari lavori nella missione, e qui di lavoro ce n’é tanto. Nel frattempo ho rigorosamente imparato la lingua portoghese. Devo dire che qui si nasconde qualcosa di magico, infatti avevo quasi perso l’abitudine ad un contatto così diretto con la natura, la quale circonda e colora il tutto e invita a contemplare le meraviglie del Creato; il clima, che é sempre dai quindici gradi in sù, invita a uscire e vivere la giornata all’aperto e la tranquillità di questa casa di formazione, senza troppe distrazioni, aiuta davvero a vivere il tempo del Noviziato con maggiore predisposizione e ad aprire maggiormente il cuore alla riflessione. La povertà e la naturalezza di questa terra mozambicana sono uno stimolo a riscoprire le cose essenziali della vita e a vivere relazioni vere dove c’é spazio per la fraternita e la carità.
Ci sarebbero molte cose da dire, ma l’esperienza che sto vivendo mi spinge ad invitarvi qualche volta a pensare ai religiosi e a noi formandi che siamo qui come “inviati” per condividere il Vangelo dell’educazione con questo popolo, crescere insieme a loro e ravvivare sempre di più il dono della vocazione che c’é in ciascuno di noi. Per salutarvi vi offro le parole di un canto portoghese che ho tradotto in italiano e che si accompagna un po’ al senso delle parole di questa mia lettera e, chiedendovi una preghiera per il mio cammino, vi affido al Signore e alla nostra Fondatrice Santa Paola Elisabetta Cerioli, sentendoci sempre parte di questa grande famiglia che é la Sacra Famiglia. Grazie!
Piccola aquila.
Mi hai fatto come una delle tue creature, col desiderio di amare
piccola aquila nata nelle alture col desiderio di volare
mi sono accorta che le mie penne già crescevano
e che ho bisogno di aprire le ali e tentare
se non tento, non saprò come si vola
non é un caso che sono nata per volare.
Piccola aquila corri molti rischi quando voli ma devi provare
solo che per migliorare il tuo volo é necessario guardare come vola tuo padre
può esserci cattivo tempo e correnti perfide
ma se hai le ali il tuo destino é volare
devi uscire dal tuo nido e là devi ritornare
e un altro giorno e un’ altra volta ricominciare.
Tu mi hai fatto amare il rischio delle alture, con l’ansia di raggiungerle
pur essendo una delle tue creature
a volte non so essere umile
ma non scherzo quando dico di avere dei sogni
io sono della montagna e della montagna voglio restare
come mio padre e mia madre voglio costruire anch’io il mio nido
ma non sono aquila se in cima non andrò ad abitare.
Ho una preghiera che ripeto supplicante
per me e per mio fratello,
dammi la grazia di vivere la mia vocazione ogni istante della mia vita
rendimi capace di amare veramente,
io non tradisco i miei sogni né lascio il mio progetto
son quel che sono e essendo così saró felice.
Piccola nota: il seminarista è stato ordinato Sacerdote il 7 aprile 2018
La galleria fotografica dell'esperienza di Fabio di questi mesi la potete visualizzare cliccando qui